Se la Biodinamica diventa vittima di un pregiudizio – Slow Food su La Stampa dell’11 novembre 2018

 La Stampa 11 nov 18

Slow Food interviene sulle polemiche provocate dal tentativo di Elena Cattaneo di impedire il 35° convegno di agricoltura biodinamica previsto per il 16 e 17 novembre al Politecnico di Milano. L’articolo è a firma Giorgia Canali.
Scarica l’articolo originale qui.

Qui di seguito il testo.

SE LA BIODINAMICA DIVENTA VITTIMA DEL PREGIUDIZIO

“Innovazione e ricerca, alleanze per l’agroecologia”, questo il titolo del convegno che tanto sta facendo discutere negli ultimi giorni, promosso dall’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e programmato nei prossimi giorni al Politecnico di Milano, che figura tra i collaboratori del congresso. “Stregoneria”, “negazione di duemila anni di pensiero agronomico”, così è stata definita l’agricoltura biodinamica da chi, indignato, ha scritto ai giornali, all’Ordine degli Agronomi e al direttore del Politecnico. Nelle lettere la biodinamica viene definita antiscientifica e paragonata al metodo Stamina o alle teorie no-vax, invitando l’università a non portare i propri saluti nell’ambito del convegno. Eppure a leggere il programma del convegno tanto contestato la scienza sembra non essere stata messa alla porta. Tra i relatori figurano infatti anche ricercatori italiani e stranieri, docenti di università italiane oltre ai rappresentanti di tante aziende. Allora la sensazione p che il problema non sia tanto il presunto approccio antiscientifico del convegno, quanto il pregiudizio da cui sembra muovere chi sceglie di invitare al boicottaggio ignorando e denigrando il lavoro dei ricercatori che senza preclusioni hanno invece scelto di indagare l’agricoltura biologica e biodinamica pubblicando i loro risultati anche su autorevoli riviste scientifiche, perché a fare la differenza non è l’oggetto della ricerca ma il metodo con cui la riconduce. In un contesto come quello del settore agroalimentare italiano in cui l’agricoltura biologica nelle sue molteplici forme continua a mietere successi, crediamo che quello che servirebbe è quel mondo scientifico dialoghi ancora di più, che discuta anche in maniera accesa se necessario, ma senza preclusioni di sorta e senza invitare, invece a interrompere il dialogo. In tutto questo dispiace anche l’opera di denigrazione e derisione di un’associazione di agricoltori che ha scelto di scommettere su un modello di agricoltura comunque attento ai temi della salute e della sostenibilità. Oggi in qualsiasi ambito snon si può prescindere dalla necessità di mettere a punto modelli di sviluppo che abbiano come obiettivo la loro sostenibilità non solo economica ma anche sociale e ambientale.

 

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