Tra le mura della Casa Circondariale di Prato

A Prato abbiamo trovato una realtà più strutturata ed organizzata in quanto 7 anni prima era iniziata l’attività di coltivazione degli spazi di terreno delle aiole interne alle mura del carcere. La dotazione di mezzi e il loro stato è risultato migliore rispetto al vicino Istituto di Sollicciano. I terreni sono ripartiti nelle aiole sottostanti le costruzioni e la cerchia delle mura di confine. Nonostante questo ogni parte viene coltivata ad ortaggi, frutta e vite.
Vi sono anche due serre adibite ad ortaggi. Avevamo trovato anche una serra per coltivazioni idroponiche dalla quale si traevano ortaggi da frutto e che a seguito dell’azione formativa è stata trasformata in serra per la riproduzione in terra delle piantine di ortaggi da trapiantare. È in corso l’impianto di un vigneto lungo le mura di confine. Qui è stato più facile rispetto a Sollicciano avere a disposizione il tempo necessario per lo svolgimento delle lezioni sia pratiche che teoriche.
Abbiamo trovato una squadra di detenuti molto affiatata e ben organizzata che consente un passaggio dall’agricoltura convenzionale a quella biologica e biodinamica in maniera maggiormente strutturata. Il carcere ha potuto organizzare per la prima volta la sua partecipazione ad una festa dell’ambiente locale con un proprio stand nel quale erano presenti anche gli organizzatori del corso. Il successo di pubblico è stato buono e molti sono stati i cittadini che hanno mostrato interesse sia all’iniziativa che alla futura commercializzazione degli ortaggi biologici del carcere. Anche qui è stata fatta l’esperienza della distribuzione del preparato 500.Anche qui le lezioni teoriche hanno riguardato le basi fondamentali dell’agricoltura viste da un’ottica complessiva.
Quindi mantenendo sempre l’attenzione ai macrofenomeni relativi al pianeta e all’ambiente globale in cui è inserita l’azienda agricola. Pensare globalmente l’intero organismo del pianeta per non perdere di vista una giusta misura di saggezza nell’azione della pratica e tecnica agricola. Il pensiero fondamentale che qualsiasi azione noi facciamo sul pianeta ha sempre delle conseguenze che non sono visibili spesso nell’immediato ma ben presenti nel tempo, sulla vita della Terra, ha guidato l’intera azione formativa. Anche qui l’azione di monitoraggio della situazione sia agricola che umana del penitenziario di Prato, si è svolta seguendo le tracce del monitoraggio svolto negli altri istituti.

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