Autunno

L’Equinozio d’autunno

L’Autunno è la stagione di Michele

di Andrea Biggio da www.comecucinarelanostravita.it

Nei tempi antichissimi dell’evoluzione dell’umanità ogni passo del processo della riproduzione umana era collegato strettamente al corso dell’anno. Con la festività di S.Michele (29 settembre) abbiamo appena superato l’equinozio d’autunno (23 settembre – dal latino aequus, uguale, e nox, notte). Passiamo da Uriele a Michele: è finita la fase di crescita esteriore nella natura, e nostra verso ciò che è “altro da sé”, ed è iniziata la rigenerazione invisibile. Adesso è Michele alla massima altezza, alla sua culminazione cosmica L’emiciclo annuale che si avvia con Michele in autunno (e si conclude con Gabriele in inverno) è quello “dalla morte alla vita”, ritorniamo dentro, ripieghiamo su noi stessi e nella nostra interiorità, per consentirci poi di rinascere “a nuova vita”; quando – superato l’inverno – verrà inaugurato l’altro emiciclo, polare a questo, quello di Raffaele: “dalla vita alla morte”, il tempo in cui saremo nuovamente tutti proiettati fuori di noi, all’esterno. In questi sei mesi dell’autunno/inverno (Michele e Gabriele) la “materia è contessuta di spirito”, mentre nei sei mesi precedenti della primavera/estate (Raffaele e Uriele) era lo “spirito contessuto di materia”.Vediamo intorno, ovunque sotto i nostri occhi, avviarsi il processo di “incenerimento della pianta” dopo aver assistito al trionfo della “nascita della pianta”. Il bianco secondo Steiner è il colore di riferimento inteso come immagine animica dello spirito. La bellezza luminosa di questo periodo autunnale è quella della veste di Michele, “che a volte riluce di oro solare e a volte risplende interiormente come un’irradiazione argentea”: una veste intessuta d’oro (il Sole della stagione precedente – Uriele) e risplendente d’argento (la Terra della stagione seguente – Gabriele). L’immagine di Michele che tiene la sua spada di ferro puntata sul drago è per l’Uomo, secondo Steiner, un grande “appello rivoltogli per l’azione interiore”. Perché egli impari a festeggiare la festa di S.Michele “facendone – appunto – una festa di liberazione da ogni timore o paura, una festa dell’iniziativa e della forza interiori, una festa che sia un appello all’autocoscienza scevra da egoismo.” Lasciamo dunque che in noi, in questa fase autunnale, cresca tutto ciò che tende alla riflessione, “alla libera forte e coraggiosa volontà, contraria ad ogni ignavia e ad ogni paura.” In questo modo alla conoscenza della natura possiamo unire un verace processo di autocoscienza.

Uriele,Gabriele, Raffaele e Michele operano insieme: “uno opera nell’altro, vive nell’altro, e, quando l’uomo quale essere spirituale animico e fisico è nell’universo, queste forze agiscono in lui.” “Come tutto s’intesse nel gran Tutto, e ogni cosa nell’altra opera e vive” scriveva Goethe. “Naturalmente dobbiamo pensare tutto ciò come immaginazione. Sono cose del tutto reali, ma non se ne può parlare come il fisico parla del polo negativo e di quello positivo. Sono costretto a parlarne sotto forma di immagini viventi, ma quanto viene espresso in queste immagini viventi esiste, è realtà.” Rudolf Steiner

Yi Jing (I Ching): la serie degli esagrammi del Calendario

Fanno parte, di questa serie di dodici esagrammi, quelli nei quali la proporzione e la complementarità tra i due movimenti yin/yang, esistente in modo variabile all’interno di ogni figura, è associata al mutamento del rapporto polare tra luce ed ombra, così come cambia nel corso dell’anno.

 

Esagramma 12. Pì Il Ristagno.

Adversité. Hindrance. Standstill. L’Ostruzione autunnale. Declino. Periodo: Inizi di settembre – Inizi di ottobre. Pì è il nome dell’esagramma. Significa: male, brutto, ostruito, sfortuna, chiuso. L’ideogramma è composto di due parti: sotto il segno di una bocca e sopra la negazione “non” (resa attraverso l’immagine di un uccellino che s’invola verso l’alto cielo fino a scomparire).

Significa che non vi è comunicazione! Viene evocata una situazione di non-incontro, un blocco, un fermo che corrisponde alla stagione autunnale durante la quale Cielo e Terra non si incontrano più nel rigoglio della vegetazione, ma si ritirano ognuno in se stesso e si preparano al “sonno” invernale dal quale, poi, nascerà una nuova primavera.

Qian e Kun sono i due trigrammi componenti la figura. Il cielo sotto e la terra sopra sono in relazione: la direzione della Terra, infatti, è verso il basso e quella del Cielo verso l’alto. In questo esagramma queste due forze primordiali si incontrano e si uniscono in modo fecondo, c’è scambio ed equilibrio tra yin e yang. L’energia potente della natura (simboleggiata dal cielo), che in inverno si è accumulata nelle radici (dentro la terra), inizia la sua ascesa verso i rami spogli degli alberi e, salendo, si rende patente proprio all’equinozio, attraverso lo schiudersi delle gemme ed il fiorire dei bulbi. Per quanto concerne le singole linee, viste nel loro complesso rispetto all’esagramma del mese precedente, si può notare che le linee yang, salendo dal basso e mettendo tutto in movimento, raggiungono ormai la metà della figura. Esse, entrando in contatto ed armonizzandosi con le linee e la forza yin sopra di loro, danno l’idea di grande fecondità e lasciano intravedere la loro ulteriore crescita, quella che porterà poi all’estate. Se c’è armonia e contatto, c’è anche comunicazione ed espansione ed allora ogni cosa è pronta per essere fatta al momento opportuno e nel posto giusto. L’l’esagramma Tài ci dice che disponiamo di un grande potenziale armonico di espansione e comunicazione in tutte le direzioni e ci invita pertanto ad attuare la cosa giusta perché è anche il momento giusto per farla accadere e per poi farla durare. Vivere, simbolicamente dentro di noi, una situazione primaverile significa mettersi in accordo con questo movimento possente che sta avanzando e comportarsi in modo da accompagnarlo e favorirlo mentre cresce, senza necessariamente volerne controllare e prevedere (come è abitudine per noi occidentali) i frutti che porterà. La crescita e la diffusione armoniose avvengono in tante direzioni diverse. Godiamoci dunque questa fase della Natura perché, per rivedere e rivivere lo spettacolo primaverile che ci offre, dovremo aspettare l’anno prossimo: non è forse questo un buon motivo per apprezzarlo per quello che è, un momento di vita carico di progetti e speranze?

Teoria dei 5 Elementi (terra-metallo, acqua, legno(aria), fuoco) in Medicina Tradizionale Cinese e Macrobiotica

In M.T.C. la PRIMAVERA è collegata all’elemento LEGNO (albero-vento) e, nel corpo, agli organi del fegato e della vescicola biliare (cistifellea). Le caratteristiche dell’energia Legno sono equivalenti a quelle del Vento, come soffio di vita animatore e fecondatore; legno e vento, infatti, hanno in comune l’energia ascendente, la penetrazione, l’avanzamento/indietreggiamento, la trasmissione, lo scambio. Nella filosofia greca l’elemento analogo era quello dell’ARIA, che, spingendosi con energia costante ascendente, diventa VENTO. C.G.Jung dice: “Come il vento penetra morbido in ogni luogo, così esso pervade ogni cosa producendo una ‘realizzazione'”. Basta osservare consapevolmente un prato in primavera per meravigliarsi e stupirsi del pulsare della vita che rinasce in una varietà di movimento e colori, suoni e odori, animali e fiori. Tutto questo lo possiamo, e dobbiamo, sentire anche dentro di noi (“ciò che è dentro è fuori”, diceva Goethe): una nuova brezza, l’alimentarsi di un nuovo soffio vitale, ma anche un impeto di rabbia che autonomamente si alza come vento impetuoso dal ventre per salire verso il torace, fino alla gola e alla testa sotto forma di ira irrefrenabile. All’elemento/energia Legno sono associati la vescicola biliare e il fegato. Quest’ultimo, infatti, sembra come cresciuto dal basso verso le parti alte dove i suoi lobi fanno pensare ad una pianta. La sua funzione, analogicamente, è quella di andare e venire liberamente senza ostacoli, il più lontano possibile fino alle estremità dei rami e delle radici del corpo umano (attraverso il sangue). Esso permette lo stoccaggio delle sostanze nutrienti e determina la qualità complessiva dell’energia. Gioca un ruolo fondamentale, drenando le tossine, nella disintossicazione del plasma. Il sangue, che riceve impulso dal Cuore, ha quindi anche l’incarico di trasportare le emozioni; per cui – se il fegato non ha lavorato bene – la qualità delle emozioni e dei sentimenti non sarà buona. Il vento, così come la collera, è un fattore patogeno del fegato perché ne rappresenta il suo elemento di potenza ma, proprio per questo, anche di vulnerabilità. Il fegato non esiste senza collera, ma ha la funzione di controllare e dominare questo improvviso alzarsi di vento interiore per evitare uno squilibrio, che porta poi ad una patologia. Dunque, se ci si sveglia arrabbiati, la mattina, può trattarsi dell’energia del fegato che non può fluire liberamente nella fase ascendente delle prime ore del mattino ed allora si libera di tanto in tanto proprio come fa un vulcano, in maniera esagerata, con scoppi d’ira.

 

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