Carcere di Porto Azzurro

L’azienda conta una superficie coltivabile di circa 5 ha di terreno e attualmente sono interamente coltivati a ortaggi. Anche qui abbiamo trovato una squadra organizzata che coltiva appezzamenti all’interno delle varie cerchie di mura della fortezza spagnola del ‘600. Le produzioni sono abbastanza regolari ed abbondanti anche grazie al terreno molto aerato, di origine vulcanica e con un livello di sostanza organica più elevato che negli altri Istituti.

Pur essendo carente di una struttura umica . Qui l’esperienza è stata di full-immertion e le lezioni sono state concentrate in giornate raggruppate.

La tipologia dei detenuti è caratterizzata da condanne lunghe ( qualche ergastolo), da un’età media superiore rispetto ai precedenti tre e quindi diverso è il clima interno all’azienda e diverso anche l’atteggiamento verso il lavoro e i contenuti del corso. Il grado di scolarizzazione è più basso, ma avendo strutturato di conseguenza i moduli, abbiamo potuto sperimentare sul campo diverse tecniche sia di lavorazione (anche qui ancora vincolata da macchinari tradizionali) che di potatura e trattamento delle rare patologie. L’esperienza della dinamizzazione e irrorazione dei preparati da spruzzo è stata fatta anche qui con successo.

Una visione complessiva dei processi della natura maggiormente legata all’uso dei propri sensi ha costituito anche qui il leit-motiv dell’azione formativa. La scelta delle tecniche e delle pratiche agricole può avere un valore importantissimo se guidata da considerazioni più lungimiranti riguardo gli obbiettivi delle pratiche stesse. Leggere un fenomeno quale una malattia di una pianta quale segnale da inserire in un contesto ambientale, ma anche temporale che ci dice qualcosa riguardo a molto più della problematica fisica della singola pianta malata.

L’organismo aziendale della fortezza seicentesca è di circa 5 ha e è posta nei terreni che riempiono le mura internamente ed esternamente e il fossato della cinta esterna. Vi sono antiche cisterne spagnole ed un pozzo artesiano da cui viene prelevata l’acqua d’irrigazione che non manca mai nei periodi estivi.

Anche qui l’azione di monitoraggio della situazione sia agricola che umana , si è svolta seguendo le tracce del monitoraggio svolto negli altri istituti.

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